Alpaca Sports
Onda Rock [It]: "When You Need Me The Most" [Crítica]
Alpaca Sports
When You Need Me The Most
2015 (Elefant) | alt-pop
L’indie-pop svedese non ci ha fatto ascoltare molto nel 2015. A pochi mesi dalla fine dell’anno, le uniche uscite degne di nota provenienti da un Paese di solito molto generoso in questo campo sono soltanto quelle degli Azure Blue, dei Sun Days e degli Stars In Coma. Ottobre, però, vede il ritorno di uno dei nomi più rilevanti degli ultimi anni per la Svezia: gli Alpaca Sports, infatti, sono una realtà sempre più affermata, non solo per l’ampio successo di pubblico, ma anche grazie al rapporto stretto che hanno instaurato con numerose altre band e che si concretizza in costanti apparizioni sui loro palchi durante i festival. Non c’è evento indie-pop, Infatti, senza un’ospitata di Andreas Jonsson o di Amanda Akerman e questa è una dimostrazione tangibile della credibilità degli Alpaca Sports in tutto l’ambiente.
Ora la band pubblica questo 10” con sei tracce, più una bonus nell’edizione digitale, e all’ascolto è subito chiaro l’equilibrio tra la voglia di non perdere il proprio stile e quella di non fossilizzarsi sulle medesime coordinate. In questo gli Alpaca ricardano il connazionale Jens Lekman, che in tanti anni non ha mai modificato troppo il modo di concepire lo scheletro delle proprie canzoni, rivestendolo però sempre con qualche piccola differenza rispetto alle volte precedenti. Lo stile melodico rimane lo stesso, i jangle di chitarra anche e gli argomenti trattati nei testi pure, ma attorno a questi elementi c’è un suono più ricco e strutturato, che parte da quanto fatto in precedenza per evolversi senza snaturarsi.
Carl Jirestedt, da sempre presente nella lineup del gruppo, stavolta appare tra gli autori dei brani ma non suona niente e accanto alla coppia fondante sono ben cinque i musicisti accreditati. Questo significa, in pratica, che l’immediatezza delle melodie e dei ricami chitarristici, si accompagnano una sezione ritmica più corposa e vigorose spolverate di archi e di tastiere e l’impressione è che, rispetto al passato, le canzoni prendano letteralmente aria e gli orizzonti si amplino. Colpisce, in questo senso, soprattutto “There Is No One Like You” grazie soprattutto al gioco di armonie tra le due voci e gli archi, ma ogni canzone ha qualcosa che merita di essere rimarcata: “I Love You”, ad esempio, sfrutta bene l’utilizzo della chitarra ritmica che dà la giusta base sopra la quale può scatenarsi il dinamismo degli arrangiamenti, oppure c’è la tromba in “Where’d You Go” che dà il giusto colore a inizio brano e negli stacchi tra ritornello e nuova strofa.
Naturalmente, tutto questo risulterebbe un esercizio di stile fine a se stesso se le canzoni in sé non fossero valide, ma per fortuna l’ispirazione melodica degli Alpaca si mantiene molto alta e la descritta maturità nella costruzione del suono sta anche nel non soffocare un songwriting semplicemente cristallino, impreziosito da testi che mettono in luce con genuina efficacia le piccole emozioni della vita di tutti, principalmente legate alle relazioni sentimentali ma ogni tanto anche a altro, come in “Just Like Them”, nella quale cui si parla del dispiacere nel vedere una persona amica diventare qualcuno di troppo lontano da ciò che siamo noi.
In definitiva, gli Alpaca Sports non cercano certo rivoluzioni, ma il loro scopo sembra essere quello di nobilitare il proprio talento con un’evoluzione stilistica che non perda di vista l’idea che sempre di pop si tratta. Non è certo una missione facile, ma per ora ci stanno pienamente riuscendo.
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