Onda Rock [It]: "Meadow Lane Park"
Le SuperHomard
Meadow Lane Park
2019 (Elefant / Alter K) | electro-psych-pop, french toPer almeno un paio d'anni sono stati il segreto meglio custodito della scena francese, ma con “Meadow Lane Park” per Le SuperHomard è arrivato l'ineluttabile momento di uscire allo scoperto. Da parte nostra, un po' ce lo aspettavamo. Li avevamo incrociati subito, in occasione dell'esordio “Maple Key”, mai promosso né arrivato in Italia, e poi ne avevamo seguito le tracce con il più recente “The Pomegranate Tree Ep”, il breve lavoro con cui il gruppo capitanato da Christophe Vaillant e di base tra Avignone e Montpellier aveva ulteriormente messo a punto la formula sonora.
Una formula che ritorna, ulteriormente rifinita, dentro questo “Meadow Lane Park” che nel titolo rimanda a luoghi anglosassoni ma che nel sound rivela invece, di nuovo, tutta la sua inconfondibile francesità (ma anche con qualche motivo di apertura di più ampio respiro, come avremo modo di vedere). Gli ingredienti della ricetta, del resto, non hanno nulla di misterioso: abbiamo a che fare con un concentrato di synth-pop di scuola transalpina, sottile psichedelia, voci (femminili) tendenzialmente eteree, qualche capatina in uno spazio molto stilizzato, un pizzico di art-pop a rendere ancora più avvincente il tutto. Per farla ancor più breve, quella avanzata dai Le SuperHomard è una sorta di sintesi verosimile tra Stereolab, Saint Etienne e Air. Il giochino delle somiglianze però non rende giustizia a un album (e in generale a un progetto) che vola sulle ali di un'invidiabile leggerezza, sospinto da quelle soluzioni melodiche che possiamo ormai definire un marchio di fabbrica.
Il punto di partenza non può che essere il singolo “Paper Girl”, probabilmente il miglior brano mai uscito dalla penna di Vaillant, una ventata di primavera anticipata che si dischiude dalla base di sintetizzatori in un uptempo di grande bellezza. Persino Paul Weller si è scomodato per inserirla in una sua playlist, a dimostrazione della crescente attenzione attorno al progetto del sud della Francia.
Primo estratto a parte, è l'intera scaletta a essere costellata di grandi pezzi, che oltretutto si fregiano di espedienti via via sempre differenti. Si passa così dalle partiture orchestrali di “Meadow Lane Park” alla psichedelia in salsa Beach House di “SDVB”, dai ghirigori à-la Laetitia Sadier di “Springtime” alla ballata sintetica “Snowflakes”, dallo space-lounge che fa capolino in “Door To Door” fino al perfetto equilibrismo psych-pop di “Black Diamond”, altra perla incastonata in questo notevole repertorio. La classe che emanano pezzi come “Elephant In The Room” e “Karaoking” spiega più di mille parole l'essenza dei Le SuperHomard, la loro voglia e soprattutto la loro capacità di tenere molto alta l'asticella.
Se - come sosteneva Agatha Christie - bastano due indizi per fornire una prova, la formazione transalpina può già essere considerata non più una ottima esordiente, ma una fulgida realtà.
(01/03/2019)
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