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15/03/2009

"My vocalese fun fair" review



Tracklist:
1 Introduction
2 Two Happy Sad Guitars...
3 Saltamontes
4 Let's Make the Stevens Cake!!!
5 Musical Express
6 And Three Parasol Stars
7 Astroland By Bus
8 Coney Island Memories
9 Marsico
10 St Nicholas' Blue Melody
11 Ml Db (Mary Louise Song)
12 Faye'S Flying Shoes
13 Dedicated To Timmy the Whale
14 Sirens Pray For Us
15 G-Lombardi Magic Rollercoasters

I lavoratori delle piantagioni recavano il vischio del cacao molle attaccato alla pianta dei piedi, come una spessa scorza che nessun'acqua al mondo avrebbe mai potuto lavare. Ma tutti, lavoratori, jacunos, colonnelli, avvocati, medici, commercianti ed esploratori, avevano il vischio del cacao attaccato all'anima, nel profondo del cuore.
Jorge Amado

Prima di tutto, mi pare doveroso presentarvi il protagonista di questa storia. Si chiama Giorgio Tuma, è salentino ed abbastanza giovane che il termine emergente applicato alla sua figura non ci piega in due dalle risate. L’esordio risale al 2005 con un disco protetto dall’oscurità discografica dell’Amico Immaginario e già allora aveva espresso chiaramente gli elementi stilistici che contraddistinguono il suo impasto sonoro.
A quattro anni di distanza l’effetto “esotico” continua a stupire palati: “un melange delicato di 60’s pop che profuma di bossa- nova”, che guarda caso proprio in quegli anni conquisto l’attenzione del publico internazionale.
In questo “My Vocalese Fun Fair” l’alchemica ricetta è riproposta e declinata in quindici portate. Affiancato in fase compositiva da Alice Rossi, l’autore raduna intorno a sé un drappello di musicisti di tutto rispetto, tra cui spicca la chitarra di Matilde De Rubertis (Studio Davoli).
Per capire l’arte di questi “Os Tumantes” basterà buttare l’orecchio a “Two Happy Sad Guitars”, un brano che parte con un arpeggio pigro a la Neil Halstead per sfociare in un oceano di saudade.
Non potrete fare a meno di ondeggiare al chiarore pallido di “Let’s Make The Steven’s Cake” e “Astroland by Bus”, composizioni ammaliante con un riff che vi si appiccicherà alla pelle per molto, molto tempo.
Da oggi, i signorotti dell’indie pop internazionale (La Casa Azul, Camera Obscura) hanno un compagno di viaggio italiano.

Su tutti i brani aleggia una cortina d’eterea armonia, una tana perfetta per lo stretching sensoriale.
Musica per ritrovarsi, musica per il piacevole stordimento nel continuare a perdersi.
 





Giorgio Tuma [Indie zone]
picture: Archivo Elefant

 


 

 

 

 

 

 

 

 

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