The Last holy writer
Robert Wratten ha composto nel corso degli anni canzoni di incommensurabile bellezza. "The Last Holy Writer" è un altro, l’ennesimo piccolo capolavoro indiepop targato Trembling Blue Stars. Wratten ha come un marchio di fabbrica: compone melodie sempre uguali eppure sempre diverse tra loro, alla ricerca della canzone perfetta. E in quest’album di canzoni sublimi ce ne sono a bizzeffe.
Il sound complessivo è sulla falsariga di "Seven Autumn Flowers": drum machine, uso assiduo di programmazioni elettroniche, linee di chitarra semplici ed efficaci, voce soffusa e riverberata. La prima canzone "By False Light" è probabilmente la più introspettiva e difficile dell’intero album. Sembra uscita da "And Then Nothing Turned Itself Inside-Out" degli Yo la Tengo. Per il resto le canzoni che seguono suonano Trembling Blue Stars al 100%. La ricetta è segreta. E’ come la Coca Cola – che brutto paragone : bene o male se ne conoscono gli ingredienti (melodie di stampo Field Mice, chitarre à la Cure, tocchi elettropop alla New Order, molto dream pop britannico) ma sarebbe impossibile da riprodurre.
Insomma, difficile trovare dei punti deboli a questo album. Tanto per fare delle scelte direi che le mie preferite sono "From a Pale Blue Rosary", "The Coldest Sky" e "The Tenth of Always". Ma se dovessi scegliere domani ve ne consiglierei altre tre.
E’ un vero peccato che i Trembling Blue Stars siano reticenti a suonare dal vivo: lo schivo Robert Wratten detesta suonare davanti ad un pubblico ed è un tipo bizzarro e originalissimo. In un’intervista di un paio di anni fa lessi addirittura che è un patito (e collezionista) di album reggae e rocksteady. In fondo, lo si adora anche per questo.
Michele
Trembling Blue Stars [Indie Pop]
picture: Archivo Elefant