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05/03/2018

Triste Sunset [It]: The Yearning – Take Me All Over The World



The Yearning – Take Me All Over The World

 

rancesco Amoroso per TRISTE©

Ci sono giorni in cui la vita sembra davvero difficile. Anzi ci sono giorni in cui la vita sembra davvero più difficile del solito.

Piccoli problemi familiari, sconfitte sportive, l’ennesima conferma della caducità e dell’insensatezza della vita, le elezioni politiche. La pioggia.

A volte sogno ad occhi aperti di avere una macchina del tempo che mi riporti indietro in un’epoca più facile, meno caotica e incomprensibile, un’epoca nella quale regni l’ottimismo, la possibilità e la voglia di guardare al futuro senza paura. Purtroppo le macchine del tempo, tanto presenti nella letteratura fantastica (e in quella per ragazzi e bambini) a quanto pare stentano ancora a prendere piede.

Mi rendo conto che dovrò accontentarmi di un succedaneo. Allora metto sul piatto un album (in realtà metto un cd nel lettore, ma volevo sentirmi hipster anche io, almeno per un attimo), infilo le cuffie, chiudo gli occhi. E ringrazio Joe Moore per aver “inciso” la sua macchina del tempo.

Joe Moore è un musicista inglese che, cimentatosi, negli ultimi anni, anche in vari progetti e collaborazioni (Lia Pamina, The Perfect Kiss), ha dato vita, con la giovanissima Maddie Dobie, a The Yearning, un duo votato al recupero delle sonorità sixties e alla ricerca della grazia e della bellezza nella musica.

Il loro ultimo album, Evening Souvenirs, uscito a fine del 2016, era un piccolo capolavoro che si muoveva tra echi di musica lounge, di bossa nova, di chamber pop e richiami raffinatissimi alle colonne sonore di Bacharach, ma anche allusioni ai più recenti cataloghi Sarah e Él Records.

Nelle sei canzoni che compongono il nuovo mini album, Take Me All Over The World, Joe Moore continua a deliziarci attingendo a piene mani dalla tradizione sixties del pop da camera, tra la bossanova, il musical e le melodie, continuando la sua ricerca della perfetta canzone pop.

How Do You Make Somebody Fall In Love? è Françoise Hardy (sempre che nella nostra epoca possa avere senso una Françoise Hardy e non dovessimo accontentarci di Lana Del Rey), Do You Remember? riesce a rendere il samba malinconico e nostalgico, senza fargli perdere vitalità e ritmo, Everything Is You con il suo assolo di sax, elegante e struggente, sarebbe stata perfetta per la colonna sonora di una pellicola degli anni sessanta.

Airplane (Fly Me To Mexico), che suona deliziosamente anacronistica, tra swing, jazz e l’immancabile bossa, sembra un manifesto dell’escapismo, valido oggi come allora:

All the people, all the noise/All the crazy girls and boys/Makes me want to fly away/Far away from here/Everybody moves too fast/The sudden pace will never last/Makes me want a holiday/It’s time to disappear/Restless nights and broken days/Stumbling through a troubled haze/Makes me want to close my eyes/And dream of foreign lands/Slamming doors and senseless fights/Spinning stars and flashing lights/Makes me want to change my life/For walks along the sand/So put me on an airplane/Fly me to Mexico/Long stay, Paris or Monaco/Airplane, take me all over the world

mentre Learn To Love, un duetto tra Maddie e Joe, potrebbe richiamare alla mente sia Nancy Sinatra e Lee Hazlewood che Mark Lanegan e Isobel Campbell (un’altra che di derive sixties se ne intende parecchio).

Il breve viaggio a ritroso nel tempo è chiuso da Something I Should Know, un brano per pianoforte e voce, nostalgico e malinconico che ci ricorda come ogni tempo abbia le proprie ubbie e negatività. Ma chi non scambierebbe i sentimenti di tristezza e tedio (borghese) di allora con quelli di sconforto e rassegnata disperazione di questi giorni?

Riaprire gli occhi, scendere da questa incantevole macchina del tempo, tornare alla realtà sembra, stamattina, ancora più difficile del solito, ma questo quarto d’ora abbondante di immersione nel passato e nell’incanto potranno comunque essere utili per affrontare il presente.

In caso contrario c’è sempre il telecomando e il tasto “repeat” (con buona pace degli amanti del vinile).


 


 

 

 

 

 

 

 

 

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