The School
Troublezine [It]: "Wasting Away And Wondering" [Crítica]
The School, Wasting Away And Wondering
Ci sono dischi che vincono già dalla copertina, ci sono dei gruppi che hanno impressa la parola "batticuore" nel loro DNA, ci sono emozioni che, veicolate dalla musica, arrivano a inebriarci e a coinvolgere tutti i nostri sensi. E tutto questo ha un nome: "Wasting Away And Wondering", terza fatica per gli adorabili The School, sempre guidati dalla soave Liz Hunt, ormai ufficialmente angelo sceso sulla terra per colorare le nostre giornate con tinte amorevoli. Dicevo della copertina, che è il massimo per noi, adoratori di vinili e di quel gesto magnifico che è "scartabellare" tra dischi (e cd) nella speranzosa ricerca di qualcosa che non abbiamo. Una scena vista e rivista, fatta e rifatta dal sottoscritto, ma immortale.
Per quanto mi riguarda siamo di fronte al miglior disco della formazione di Cardiff, che trova l'equilibrio perfetto nel dosare gli ingredienti di un sound senza più alcuna imperfezione. Quello che lascia senza fiato è la cura assoluta nel piazzare una dopo l'altra canzoni dal tiro melodico clamoroso, dove ritmo, dolcezza e spirito pop si sublimano, creando proprio quello che dicevo all'inizio: il batticuore. Che arriva, eccome se arriva.
Il solito gusto sixties, morbide onde rhythm and soul e Motown che bagnano una luccicante spiagga in cui eroi musicali come Velocette, Saint Etienne o Shangri-Las stanno adorabilmente prendendo il sole o scrivendo colonne sonore per storie d'amore che forse non sempre potranno andare bene. Perle pop, brani che arrivano sempre a destinazione senza perdersi mai nel superfluo, arrangiamenti ricchi di fiati esaltanti, carezze che non scivolano mai nello stucchevole o nel fin troppo zuccheroso e ritornelli costruiti per essere imparati a scuola nell' ora di "la perfezione in musica". Love Is Anywhere You Find It ha l'attacco che piacerebbe pure a Iggy Pop, salvo poi conquistarlo con un sorriso e la dolcezza, Til You Belong To Me incalza e porta in un paradiso senza tempo, ma cercate di corsa di accaparrarvi un fazzoletto prima che inizi Don't Worry Baby (I Don't Love You Any More), perchè li le lacrime scenderanno copiose con una ballata memorabile in cui gli archi la fanno da padroni, Phil Spector che incontra The Ronettes e decidono di spezzarci il cuore. Roba che ci si potrebbe morire per un pezzo così.
La title track è come se i Blues Brothers fossero stati colpiti da Cupido e pensassero a come musicare con una giornata di sole deliziosa e frizzante. Do You Love? giuro che mi fa venire in mente gli Wham di I'm Your Man ma in versione northern soul: pelle d'oca! He's Gonna Break Your Heart One Day è solenne e quasi oscura, vero e proprio avvertimento che merita di mettere da parte i sorrisi per un momento ed essere più seriosi. Il trionfo totale lo troviamo in I Will Se You Soon, tutta coretti e strizzate d'occhio. My Arms, They Feel Like Nothing ti fa urlare, perchè fino a un certo punto ci arrivi, poi quando tocchi con mano la perfezione e il ritmo di prende e ti porta via, beh, l'urlo di felicità arriva spontaneo.
Poco da fare: altro disco d'aggiungere alla lista dei "capolavori del 2015"!